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Predire le complicanze cardiovascolari dopo un intervento chirurgico

Il progetto vuole valutare l’incidenza e identificare degli indicatori di rischio degli eventi avversi cardiovascolari che possono seguire interventi chirurgici non cardiaci

RESPONSABILE: Mauro Chiarito, Cardiologo

Il rischio cardiovascolare dopo un intervento chirurgico non cardiaco

Gli interventi chirurgici hanno un ruolo fondamentale nella gestione di un ampio spettro di malattie. Secondo stime recenti, ogni anno vengono eseguiti più di 300 milioni di interventi chirurgici in tutto il mondo. La stragrande maggioranza di questi interventi non è seguita da alcuna complicanza secondaria, ma è noto che qualsiasi procedura chirurgica abbia un impatto dal punto di vista emodinamico, tra cui, ad esempio, l’aumento della coagulabilità. Ecco perché incidenti cardiovascolari possono verificarsi anche dopo interventi chirurgici non cardiaci e le lesioni ischemiche del miocardio sono una delle principali cause di mortalità entro i 30 giorni successivi a un intervento, soprattutto in soggetti predisposti o in caso di interventi maggiori. Ma come identificare i soggetti maggiormente a rischio, soprattutto in contesti in cui la procedura è urgente? Quando e come richiedere una valutazione cardiologica dedicata?

L’impatto della valutazione cardiologica

La valutazione del cardiologo rappresenta uno dei cardini della valutazione del profilo di rischio dei pazienti sottoposti a procedure chirurgiche di tipo non cardiovascolare, ma mancano studi che ne misurino l’impatto e soprattutto che identifichino i pazienti che potrebbero beneficiare maggiormente di questa valutazione. L’unico modo per migliorare la prognosi e ottimizzare risorse e tempi è sviluppare un punteggio di rischio ad alto valore predittivo.

Obiettivo del progetto

Il progetto intende applicare algoritmi di machine learning per identificare, attraverso un’analisi retrospettiva, i pazienti a maggiore rischio di eventi cardiovascolari a seguito di interventi chirurgici e l’impatto della valutazione cardiovascolare prima dell’intervento, con l’obiettivo finale di sviluppare un punteggio di rischio in grado di guidare l’attività clinica.