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Enciclopedia

Tumore della cervice uterine

La cervice uterina, detta anche collo uterino, costituisce la parte inferiore dell’utero (fig.1) e delimita il passaggio tra il corpo uterino e la vagina. La cervice è attraversata da un canale fusiforme che porta il nome di canale cervicale (fig.2). Il canale cervicale è sua volta delimitato dall’orifizio uterino interno (OUI) e dall’orifizio uterino esterno (OUE).

A livello della cervice si inseriscono i parametri, che sono delle strutture fibrose che ancorano l’utero alla parete ossea della pelvi. I parametri sono attraversati sia dalle arterie uterine che dall’uretere, cioè il tratto della via escretrice che unisce il rene alla vescica. Il punto in cui l’epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato entra in contatto con quello cilindrico si chiama giunzione squamo-colonnare.

Il tumore della cervice uterina

Il tumore della cervice uterina è una malattia causata dalla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule situate a livello della giunzione squamo-colonnare che mutano in cellule maligne. A livello mondiale, il carcinoma della cervice uterina rappresenta la prima causa di morte per neoplasia ginecologica e quasi la metà dei casi si registra tra le donne con età compresa tra i 35 e i 55 anni.

Una diagnosi precoce è fondamentale per trattare la malattia nella sua fase iniziale, quando cioè le possibilità di guarigione sono più elevate.

Fattori di rischio

Infezione da Human Papilloma Virus (HPV)

L’infezione da Human Papilloma Virus (HPV) (fig.4) rappresenta il fattore di rischio più importante associato a questa patologia; purtroppo, questa infezione è difficile da prevenire per i soggetti adulti che conducono una vita sessuale attiva, vista anche l’insufficiente efficacia del preservativo nell’evitare la diffusione di questo virus.

Ad oggi, si conoscono quasi 100 genotipi diversi di HPV; di questi, circa 40 hanno una predisposizione (tropismo) per proliferare nell’ambiente tipico del tratto genitale.

Altri fattori di rischio riconosciuti sono i seguenti:

Un precoce inizio dell’attività sessuale (durante la prima adolescenza, che termina all’incirca con il compimento dei 16 ani di età) e la promiscuità sessuale – propria o del partner – sono da considerare fattori di rischio nel contrarre l’HPV ed altre infezioni del tratto genitale, responsabili principali del tumore della cervice uterina

Avere partorito molte volte, oppure in età molto precoce (nell’adolescenza)

Infezioni da clamidi o herpes simplex, favorite, ad esempio, da un’insufficiente igiene sessuale

Il fumo di sigaretta

L’uso di contraccettivi orali, in particolar modo se prolungato nel tempo oltre le indicazioni del medico. Le evidenze dimostrano che assumere contraccettivi orali per periodi superiori ai 5 anni aumenta considerevolmente il rischio.

L’indebolimento del sistema immunitario (sindromi immuno-depressive)

Quali sono i sintomi del tumore della cervice uterina?

Il tumore della cervice – almeno nelle fasi iniziali – è spesso asintomatico, per cui è importante eseguire dei controlli ginecologici ed esami annuali (come il PAP-test), che nella maggior parte dei casi consentono di diagnosticare questa patologia nella fase precoce del suo sviluppo. I sintomi, qualora siano presenti, possono essere soggetti a differenti interpretazioni, poiché sono comuni a molte malattie dell’apparato genitale e si verificano, talvolta, anche in individui sani. Nel caso si verifichi uno o più dei fenomeni sotto elencati, è comunque importante eseguire un controllo ginecologico, anche per escludere altre patologie.

Dolore pelvico

Dolore o sanguinamento durante i rapporti sessuali

Sanguinamenti vaginali anomali (al di fuori dal ciclo mestruale)

Perdite vaginali non usuali (per colore e consistenza)

Diagnosi

Il Centro Donna di Humanitas Cancer Center garantisce, in tempi ristretti, un percorso diagnostico multidisciplinare completo, clinico e radiologico.

Pap test

Il PAP test (fig.1) è un esame che si esegue nel corso della visita ginecologica. Consiste nel prelevare cellule della cervice uterina e consente di individuare – nella maggior parte dei casi – le anomalie cellulari che precedono l’insorgenza del tumore. Effettuare regolarmente questo esame riduce il rischio di sviluppare un tumore invasivo.

HPV DNA Test

Si tratta di un esame di laboratorio che permette, nelle donne con segni di infezione da parte dell’HPV, riconosciuti durante il Pap test, di identificare il ceppo virale che è responsabile dell’infezione. La famiglia degli HPV comprende decine e decine di varianti virali che conferiscono un differente livello di rischio (alto, intermedio o basso) passibile di indurre un tumore della cervice uterina.

Visita Ginecologica con esame pelvico

Nelle donne con un sospetto o una diagnosi di tumore della cervice è necessario eseguire un esame pelvico approfondito, allo scopo di stabilire: le dimensioni del tumore a livello del collo dell’utero, se il tumore sia confinato a livello del collo dell’utero o sia invece localmente avanzato; se cioè abbia invaso la vagina, i parametri laterali (legamenti dell’utero), la vescica anteriormente o il retto posteriormente.

Colposcopia con biopsia

E’ una procedura che prevede l’impiego di un colposcopio, uno strumento che consente di visualizzare la cervice e la vagina in modo ingrandito e ben illuminato. Serve ad identificare l’eventuale presenza di aree anomale, evidenziate grazie all’impiego di coloranti specifici (acido acetico e soluzione di Lugol). Qualora vengano identificate aree sospette, il medico può procedere all’esecuzione di biopsie mirate: i frammenti di tessuto così prelevati sono analizzati attraverso un esame istologico.

Risonanza Magnetica della pelvi

La Risonanza Magnetica è una metodica non invasiva che non usa radiazioni ionizzanti. È lo strumento diagnostico che presenta il maggior dettaglio anatomico per lo studio della pelvi ed è in grado di valutare l’estensione locale della malattia (dimensioni, estensione alle strutture vicine, coinvolgimento dei linfonodi).

TAC del torace

La Tomografia assiale computerizzata (TAC) è un metodo che utilizza radiazioni ionizzanti, ed è indispensabile per escludere che il tumore abbia invaso organi distanti (malattia a distanza) dalla cervice come, ad esempio, i polmoni.

Tomografia assiale ad emissione di positroni (PET)

È un esame che identifica le cellule tumorali in attività. Può essere impiegata in casi dubbi di localizzazioni a distanza del tumore.

 

Stadiazione

Rappresenta il punto di arrivo delle diverse procedure diagnostiche. Lo stadio della malattia (cioè le dimensioni del tumore ed il suo eventuale coinvolgimento delle strutture vicine e/o a distanza) guida il clinico al fine di stabilire il successivo trattamento (fig.2).

Stadio 0 o carcinoma in situ

Si parla di “stadio 0” qualora le cellule tumorali siano identificate solo a livello dello strato più superficiale della cervice. In assenza di trattamenti, queste cellule possono invadere il tessuto sottostante e divenire invasive.

Stadio I

Il “primo stadio” identifica i tumori limitati al collo dell’utero. Nel gruppo dei tumori al primo stadio sono compresi sia i tumori microscopici (IA) sia quelli più grandi, che possono cioè essere visti anche ad occhio nudo (IB).

Stadio II

Quando il tumore inizia ad invadere per continuità i tessuti più vicini si parla di “secondo stadio”. Gli organi che possono essere coinvolti sono i seguenti: la parte superiore della vagina (IIA) o il tratto iniziale dei parametri, cioè dei legamenti che ancorano l’utero alla parete ossea della pelvi (IIB).

Stadio III

Se il tumore si estende in modo ulteriore si parla di “terzo stadio”. In questi casi si può avere un coinvolgimento maggiore a livello della vagina (IIIA) o dell’intero tratto dei parametri; in questi casi vi può essere un coinvolgimento anche dell’uretere, con compromissione della funzione renale (IIIB).

Stadio IV

Il “quarto stadio” identifica una situazione in cui il tumore è molto esteso ed ha già coinvolto la parete della vescica o del retto (IVA) o ha originato metastasi in organi distanti (IVB)

Esistono diversi trattamenti per coloro che sono affette da tumore della cervice: la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia possono essere impiegate singolarmente o in sinergia.

Lo stadio della malattia è l’elemento principale che guida la scelta del trattamento.

Alcuni trattamenti vengono considerati standard, cioè di impiego abituale, mentre altri sono oggetto di ricerca. Questi ultimi rappresentano delle opzioni terapeutiche in corso di valutazione al fine di poter ottenere informazioni utili a migliorare i risultati degli attuali trattamenti.

Humanitas Cancer Center garantisce alle pazienti un percorso terapeutico di tipo multidisciplinare e soggettivizzato in base alle caratteristiche cliniche e biologiche della malattia.

 

Chirurgia

Prevede l’asportazione del tessuto tumorale tramite un intervento chirurgico, mediante una delle seguenti tecniche:

Conizzazione (fig.1): è una procedura che prevede l’asportazione di una porzione del collo dell’utero a forma di cono e può essere impiegata contemporaneamente a scopo diagnostico (come biopsia allargata) e terapeutico, perché è in grado di asportare completamente – e quindi curare – i tumori in situ e i tumori più piccoli (stadio I).

Isterectomia radicale (fig.2-3): prevede l’asportazione dell’utero (corpo e collo) assieme ai tessuti connettivi circostanti (parametri) e al colletto superiore vaginale. L’isterectomia radicale è molto spesso accompagnata dalla linfoadenectomia pelvica, una procedura che prevede l’asportazione del tessuto adiposo che circonda i vasi sanguigni della pelvi, che contengono i linfonodi. Durante questo intervento, inoltre, sulla base dei fattori di rischio e dell’età della donna, potrebbe essere altresì utile asportare gli annessi (tube e ovaie). Tradizionalmente questo intervento viene condotto attraverso un’incisione addominale (laparotomia); tuttavia è ormai accettato a livello internazionale che operatori esperti possano eseguire l’isterectomia radicale anche con un approccio laparoscopico.

 

Radioterapia

La radioterapia è una modalità terapeutica che prevede l’impiego di radiazioni ionizzanti, indirizzate direttamente a livello del tessuto neoplastico, allo scopo di uccidere le cellule tumorali. Per i tumori della cervice uterina, questo trattamento può essere impiegato anche in combinazione con la chemioterapia.

In questo caso, la chemioterapia è funzionale per rendere le cellule neoplastiche più sensibili all’effetto tumoricida della radioterapia.

Esistono due tipi principali di radioterapia: la radioterapia esterna, nella quale la radiazione giunge da una fonte (appositi apparecchi terapeutici detti acceleratori lineari) posta all’esterno del paziente e quella interna (o brachiterapia), nella quale invece la sorgente di radiazioni è posta direttamente a contatto con la malattia per mezzo di una sonda.

Nel corso del trattamento radiante, la paziente segue un programma di visite con l’oncologo radioterapista per valutare clinicamente il trattamento in corso.

 

Chemioterapia

Scelta del trattamento

Diversi farmaci si sono dimostrati attivi per curare il tumore della cervice uterina. Gli specialisti di Humanitas Cancer Center valutano – in base alle specificità legate alla paziente e alla fase di malattia – la necessità di somministrare una monochemioterapia (cioè un solo medicinale) o una polichemioterapia (cioè l’associazione di più farmaci).

In alcuni casi è opportuno somministrare una monochemioterapia, mentre in altri casi una polichemioterapia.

La chemioterapia può essere consigliata:

Prima di un intervento chirurgico al fine di ridurre le dimensioni del tumore (neoadiuvante)

In associazione alla radioterapia come trattamento esclusivo e dopo un intervento chirurgico (adiuvante)

Negli stadi avanzati di malattia allo scopo di ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita.

Il team medico

Presso Humanitas Cancer Center la gestione delle pazienti affette da tumori del collo dell’utero coinvolge differenti specialisti (tra cui il chirurgico ginecologo oncologo, l’oncologo medico, il radioterapista, l’anatomopatologo, il radiologo). Attraverso un consulto multidisciplinare (MDM, Multidisciplinary Meeting) vengono discusse le peculiarità di ogni paziente al fine di personalizzare quanto più possibile il trattamento, come “un abile sarto che cuce un vestito su misura”.

 

Le informazioni riportate costituiscono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.