Singhiozzo (sintomo)
E un movimento involontario del muscolo alla base dei polmoni, il diaframma. La conseguente rapida chiusura delle corde vocali produce l’emissione del tipico suono associato al singhiozzo. A causarlo possono essere i fattori più diversi, da pasti troppo abbondanti all’assunzione di sostanze alcoliche, bevande gassate o di cibi bollenti o speziati, ma anche un improvviso cambiamento di temperatura, uno stress emotivo o uno stato di eccitazione o anche l’ingestione di aria.
Alla base di un singhiozzo che dura da più di 48 ore possono però esserci un tumore o un’infezione del sistema nervoso centrale, malattie metaboliche, traumi cranici, danni o irritazioni ai nervi o infine l’assunzione di farmaci (ad esempio steroidi, barbiturici, tranquillanti o anestetici). Forme di singhiozzo di questo tipo sono più frequenti nel sesso maschile e possono interferire con l’alimentazione, il riposo o la possibilità di parlare.
Quali malattie si possono associare al singhiozzo?
Le patologie che si possono associare a singhiozzo sono:
- Tumori del collo
- Cisti nel collo
- Diabete
- Ebola
- Insufficienza renale
- Laringite
- Meningite
- Reflusso gastroesofageo
- Sclerosi multipla
- Encefalite
- Gozzo
- Ictus
Si rammenta come questo non sia un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di sintomi persistenti.
Quali sono i rimedi contro il singhiozzo?
Nella maggior parte dei casi si risolve da sé. Per farlo passare in fretta si può provare a bere, a sorseggiare o fare gargarismi con un bicchiere d’acqua fredda, a respirare in un sacchetto o a trattenere il respiro.
Il curante potrebbe prescrivere l’assunzione di farmaci, ritenere necessario un trattamento o, nei casi più complicati, consigliare il ricorso a soluzioni più invasive (come, ad esempio, l’iniezione di anestetici o l’impianto di sistemi per la stimolazione del nervo vago). In alcuni casi anche il ricorso ad approcci complementari come l’ipnosi e l’agopuntura può essere daiuto.
Con singhiozzo quando rivolgersi al proprio medico?
E opportuno rivolgersi al medico se il disturbo dura più di 48 ore o se interferisce con la respirazione, l’alimentazione o il sonno.
Le informazioni riportate costituiscono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.