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Enciclopedia

Fotopsie

Conosciute anche come “fosfeni”, rappresentano delle sensazioni visive luminose, anche colorate, simili a delle scintille o a dei lampi di luce (come i flash delle macchine fotografiche) pur in assenza di uno stimolo luminoso reale nell’ambiente esterno.

Possono indicare la presenza di malattie delle vie ottiche o cerebrali, della retina e/o del corpo vitreo ma possono comparire anche in caso di cefalee ed emicranie.

Quali malattie si possono associare alle fotopsie?

Le patologie ad esse associabili sono le seguenti:

  •  Retinoblastoma
  • Retinopatia diabetica
  • Toxoplasmosi
  • Cefalea
  • Distacco di retina
  • Emicrania

Si ricorda che questo elenco non è esaustivo ed è sempre opportuno chiedere consulto al proprio medico.

Quali sono i rimedi contro le fotopsie?

Poiché alla loro origine possono esserci diverse cause, allo scopo di cercare di far rientrare il disturbo è necessario conoscerle per poterle trattare adeguatamente.

In caso di manifestazione di fotopsie è sempre consigliabile rivolgersi all’oculista per un consulto; lo specialista provvederà ad esaminare sia la retina che il corpo vitreo e sarà in grado di stabilire se la loro presenza sia o meno un segno di patologia oculare.

In caso di distacco di retina e rotture retiniche sarà necessario ricorrere ad interventi chirurgici mirati e trattamenti laser. In caso di alterazioni del corpo vitreo  – che possono essere determinate da una ridotta idratazione – è spesso necessario aumentare l’apporto di acqua e sali minerali.

Con le fotopsie quando rivolgersi al proprio medico?

In caso di malattie già diagnosticate in precedenza (si veda, ala riguardo, l’elenco delle malattie associate).

Le informazioni riportate costituiscono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.