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Enciclopedia

Infezione da Cibo Contaminato

Come si contrae l’infezione da cibo contaminato?

Si contrae ingerendo degli alimenti contaminati da patogeni. Alle volte, inoltre, i patogeni che contaminano il cibo possono essere contratti anche senza mangiarlo. È il caso ad esempio della salmonella che può aggredire le uova e che può contaminare per contatto anche utensili o altri cibi. Anche il Campylobacter, batterio che può contaminare il pollo, può diffondersi in cucina veicolato dall’acqua.

Per questo motivo è opportuno prestare attenzione all’igiene in cucina, pulendosi bene le mani, lavando accuratamente superfici ed utensili che sono state a contatto con un alimento prima di maneggiarne un altro e prestando la dovuta attenzione al contatto tra cibi cotti e quelli crudi

Sintomi e malattie associate

Non esiste un’unica sindrome associabile alle infezioni da cibo contaminato. I sintomi variano da caso a caso in base al virus, al batterio o al parassita che le causa.

Un batterio o le tossine da esso prodotte possono ad esempio provocare dei sintomi gastrointestinali. Sono proprio questi i campanelli d’allarme più frequentemente associati alle infezioni da cibo contaminato, nello specifico:

  1. crampi addominali
  2. diarrea
  3. nausea
  4. vomito

 

Che cos’è l’infezione da cibo contaminato?

Questo tipo di infezioni possono avere alla loro base dei patogeni molto diversi fra loro: virus, batteri o parassiti. Ad oggi risulta che siano stati descritte più di 250 diverse infezioni provocate proprio da alimenti contaminati.

In molti casi si tratta di microbi presenti in animali apparentemente sani (di solito all’interno del loro intestino) allevati a scopo alimentare. Le carni (incluse quelle avicole) possono essere contaminate nel corso del processo di macellazione attraverso il contatto con piccole quantità di materiale intestinale.

Frutta e verdura fresche possono invece essere contaminate dal lavaggio o dall’irrigazione con acqua contaminata da residui di escrementi umani o animali.

Altri esempi sono la salmonella (che può infettare le ovaie della gallina contaminando le uova ancor prima che si formi il guscio) e quello dei frutti di mare (che possono accumulare dei batteri naturalmente presenti nell’acqua marina o riversati al suo interno tramite gli scarichi delle attività umane).

Cure e trattamenti

Il trattamento delle infezioni da cibo contaminato dipende dalla natura del patogeno che le ha determinate. Nella maggior parte dei casi la prima buona regola da seguire è garantirsi un’idratazione adeguata; in tal modo si farà fronte sia alla disidratazione che alla perdita di elettroliti, sintomi tipicamente associati alle infezioni da cibo contaminato.

Al fine di garantirsi un’adeguata idratazione è indispensabile bere molta acqua; nel caso in cui tra i sintomi sia incluso il vomito è opportuno sorseggiarne solo piccole quantità.

I disturbi gastrointestinali, inoltre, rendono spesso difficile l’alimentazione. Per questo motivo, dopo un’infezione da cibo contaminato, è necessario riprendere a mangiare in modo graduale, scegliendo dei cibi facili da digerire come banane, pane, riso, patate, cereali e carne magra. Sono, invece, da evitare i cibi grassi e quelli ricchi di zuccheri, i latticini e tutti quei prodotti che contengono caffeina oltre agli alcolici.

Per quanto riguarda i farmaci, negli adulti alcuni principi attivi possono essere utili al fine di combattere un’eventuale diarrea (ad esempio la loperamide), ma sono controindicati qualora vi sia del sangue nelle feci. Non bisogna altresì dimenticare che, nel caso in cui l’infezione sia causata da parassiti o da batteri, i medicinali da banco potrebbero addirittura prolungare il disturbo.

Il ricorso alla somministrazione di antibiotici è invece variabile e talvolta controverso. Alcune ricerche suggeriscono che l’eritromicina potrebbe essere opportuna in caso di infezioni da Campylobacter, mentre in caso di salmonellosi il ricorso a questi medicinali è sconsigliato, a meno di età inferiore ai 3 mesi, sintomi extraintestinali o in presenza di malattie cronico-degenerative. È, invece, proprio a base di antibiotici (in genere gentamicina e ampicillina) il trattamento di elezione in caso di infezione da Listeria.

In caso di sintomi e complicazioni pericolose per la salute può essere indicato il ricovero in ospedale.

Disclaimer: Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere è consigliabile rivolgersi al proprio medico o recarsi al Pronto Soccorso.

Le informazioni riportate costituiscono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.