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Enciclopedia

Articolazioni semimobili

In anatomia, con il termine “articolazione” si fa riferimento ad un complesso di strutture che mantiene in contiguità due o più superfici ossee. L’articolazione è dunque un insieme di elementi (tessuto fibroso e/o cartilagineo, legamenti, capsule, membrane) che regolano la connessione tra due segmenti scheletrici.

Sono numerose le malattie cui possono andare incontro le articolazioni: dall’artrite (processo di tipo infiammatorio) all’artrosi (processo di tipo degenerativo), passando per le lesioni traumatiche e per le artropatie di origine metabolica, endocrina, neuropatica ed emofilica, fino ad arrivare alle neoplasie e alle malformazioni congenite (come la lussazione dell’anca).

I capi ossei che vanno a costituire le articolazioni possono essere, tra di loro:

  1. Mobili (come quelle di anca, ginocchio, caviglia, polso, spalla e gomito
  2. Semimobili (come l’articolazione della colonna vertebrale)
  3. Fissi (come nel caso delle articolazioni delle ossa del cranio o del bacino)

Ciò a seconda che servano ad originare dei movimenti più o meno ampi o a meccanismi di ancoraggio stabile: impiegando la terminologia scientifica si parla – rispettivamente – di diartrosi, anfiartrosi e sinartrosi.

Che cosa sono le articolazioni semimobili?

Definite anche “anfiartrosi”, sono quelle caratterizzate da dei limitati movimenti. È considerata semimobile, ad esempio, l’articolazione della colonna vertebrale. In tale tipo di articolazione le ossa che vanno a formare l’articolazione, rivestite di cartilagine, sono collegate da legamenti interossei e periferici che permettono l’esecuzione di alcuni limitati movimenti.

A cosa servono le articolazioni semimobili?

Nelle articolazioni semimobili le superfici articolari sono costituite in modo da permettere all’articolazione di realizzare solo alcuni movimenti.

Le informazioni riportate costituiscono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.